domenica 29 aprile 2018

COME CREARE ABBONDANZA NELLA TUA VITA

Il chi credete di essere è anche intimamente connesso con il come credete che vi trattino gli altri.

Molte persone si lamentano di non essere trattate bene dagli altri. Dicono di non ricevere abbastanza rispetto, attenzione, riconoscimento o considerazione, dicono anche di essere date per scontate. E quando la gente è gentile con loro, allora pensano a un secondo fine, di venire manipolate, o che ci si voglia prendere un vantaggio su di loro.
Che nessuno le ami.

Pensano di essere un “povero piccolo me” bisognoso, dalle necessità insoddisfatte. Questa confusione di base su chi sono, crea una disfunzione in ogni loro relazione.

Credono di non avere niente da dare e che il mondo o gli altri stiano negando loro ciò di cui hanno bisogno.

Tutta la loro realtà è basata su un senso illusorio di chi sono. Questo boicotta le situazioni e vizia le loro relazioni.

Se l’idea di perdere, sia che si tratti di soldi, di riconoscimento o d’amore, è diventata parte di chi credete di essere, allora sperimenterete sempre un senso di perdita.

Invece di riconoscere tutto il buono che c’è già nella vostra vita, tutto ciò che vedete è perdita.

Il riconoscimento di tutto il buono che c’è nella vostra vita è l’inizio di ogni abbondanza.

Il fatto è che qualunque cosa voi pensiate che il mondo vi stia negando voi la state negando al mondo.

Ve la state negando perché profondamente dentro di voi pensate che siete piccoli e che non avete niente da dare.

Provate questo per qualche settimana e vedrete come cambierà la vostra realtà: qualunque cosa state pensando che gli altri vi neghino – lodi, apprezzamenti, assistenza, cure affettuose- dateli voi a loro. Non ne avete? Fate come se ne aveste e ne verranno. E non appena avrete cominciato a dare, comincerete a ricevere.

Non potete ricevere ciò che non date. Il flusso verso l’esterno determina il flusso verso l’interno.

Qualunque cosa pensiate che il mondo vi neghi, l’avete già, ma fino a che non ne permetterete il fluire verso l’esterno, non saprete neppure quello che avete.

Gesù ha espresso in questa potente immagine la legge che il fluire verso l’esterno determina un ritorno del flusso: “Date e vi sarà dato: ne riceverete in misura buona, pigiata, scossa e traboccante, perché con la stessa misura con cui misurate, sarà misurato anche a voi”. (Luca 6,38)

La fonte di ogni abbondanza non è fuori di voi.

È parte di chi siete.

In ogni modo cominciate vedendo e riconoscendo l’abbondanza al di fuori.

Vedete l’abbondanza della vita tutto intorno a voi. Il calore del sole sulla vostra pelle, lo spettacolo della magnificenza dei fiori in mostra davanti a un fioraio, mordete un frutto succulento, o lasciatevi inzuppare dall’abbondanza dell’acqua che cade dal cielo.

La pienezza della vita è li ad ogni passo.

Il riconoscimento di quell’abbondanza che è intorno a voi risveglia l’abbondanza interiore dormiente. E poi lasciatela fluire fuori. Quando sorridete a una persona che non conoscete, per un istante l’energia fluisce verso l’esterno.

Diventate qualcuno che dà. Domandatevi spesso cosa potete dare in quel momento, come potete essere al servizio di quella persona, di quella situazione.

Non avete bisogno di possedere nulla per sentire l’abbondanza, ma se la sentite vi arriverà certamente una grande abbondanza.

L’abbondanza arriva solo a coloro che già ce l’hanno.
Sembra quasi ingiusto, ma naturalmente non lo è. È una legge universale. Sia l’abbondanza sia la scarsezza sono stati interiori che si manifestano come la vostra realtà. Gesù lo ha espresso in questo modo: “Poiché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che ha”. (Marco 4,25)


Eckart Tollehttps://wwwmyblogsky.blogspot.it/2018/04/come-creare-abbondanza-nella-tua-vita.html
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sabato 28 aprile 2018

LA DIAPOSITIVA DEL FINE






















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venerdì 27 aprile 2018

LA PARABOLA DELL'ALBERO DEI DESIDERI

Il pensatore è creativo con i suoi pensieri; questa è una delle verità fondamentali che è bene comprendere. Tutto ciò che sperimenti è una tua creazione. Come prima cosa lo crei, poi lo sperimenti e infine ne resti intrappolato, poiché non sai che la fonte di ogni cosa è dentro di te.

Un uomo, mentre era in viaggio, per caso entrò in paradiso. Nel paradiso concepito dagli hindu esistono alberi che soddisfano i desideri. Ti siedi semplicemente sotto uno di loro, desideri una cosa qualsiasi e immediatamente viene soddisfatta: tra desiderio e appagamento non c’è alcun lasso di tempo. Tu pensi e immediatamente la cosa si concretizza.

Questi alberi rappresentano simbolicamente la mente. La mente è creativa, creativa con i suoi stessi pensieri.

Quell’uomo era stanco, per cui si addormentò sotto uno di questi alberi. Quando si svegliò, era molto affamato, per cui disse: “Quanto vorrei poter trovare del cibo da qualche parte!” Immediatamente il cibo apparve dal nulla, fluttuava nell’aria; erano manicaretti deliziosi. L’uomo divorò ogni cosa e quando si sentì sazio, in lui sorse un altro desiderio: “Se solo potessi avere qualcosa da bere…” e poiché in paradiso non esiste alcun proibizionismo, immediatamente apparvero vini pregiati.

Dopo aver bevuto, mentre si rilassava alla fresca brezza del paradiso, quell’uomo iniziò a chiedersi: “Cosa sta succedendo? Sto sognano? Oppure ci sono nei pressi dei fantasmi che si prendono gioco di me?” E subito comparvero dei fantasmi: feroci, orribili, stomachevoli. L’uomo si mise a tremare e in lui sorse un altro pensiero: “Adesso di certo verrò ucciso. Questi mostri mi uccideranno!” E fu ucciso.

Questa è una parabola antica, il cui significato è molto profondo. La tua mente è l’albero dei desideri: qualsiasi cosa pensi, prima o poi si avvererà. A volte lo spazio tra il desiderio e il suo compimento è talmente grande che ti dimentichi completamente di aver mai desiderato proprio quella cosa: a volte passano anni, a volte addirittura intere incarnazioni, per cui non sei in grado di risalire alla fonte. Ma se osservi con attenzione e in profondità, vedrai che tutti i tuoi pensieri stanno creando te e la tua vita. Essi creano il tuo inferno e il tuo paradiso. Creano la tua infelicità e la tua gioia. Creano il negativo e il positivo. Ognuno di noi è un mago; ognuno tesse e ricama un mondo magico intorno a sé… e poi ne resta intrappolato. Il ragno stesso è intrappolato nella sua tela.

Quando lo comprendi, le cose iniziano a cambiare. A quel punto puoi giocare con la vita: puoi cambiare il tuo inferno in paradiso, si tratta solo di dipingerlo partendo da un’altra prospettiva. D’altra parte, puoi amare a tal punto la tua infelicità da crearne quanta ne vuoi, a piacimento! Ma in quel caso non ti lamenti più, poiché sai che si tratta di una tua creazione, è un tuo dipinto, non puoi renderne responsabile qualcun altro. In quel caso, l’intera responsabilità è tua.

Allora nasce una nuova possibilità: puoi smettere di creare il mondo, puoi non crearlo più. Non è più necessario creare il paradiso e l’inferno, non è più necessario creare. Il creatore si può rilassare, può ritirarsi. Quel ritirarsi della mente è meditazione.

Osho

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giovedì 26 aprile 2018

l’esercizio dei 101 desideri



Avete mai sentito parlare della legge dell’attrazione? Riuscite a rendervi conto di quanto il nostro cervello è inscatolato da condizionamenti famigliari, dalla società e dalla religione? Come riusciamo a trovare il nostro vero Io e a sentirci più liberi?
Queste domande mi hanno portato a riflettere e a cercare.

Da alcuni mesi ho deciso di dedicare parte del mio tempo a guardare video che riescono a fornire parecchi spunti sul modo di vedere e vivere la vita, sul modo di affrontare i problemi e le avversità. Uno degli ultimi video mi ha affascinato e voglio raccontarvelo. Vorrei parlarvi di Igor Sibaldi, studioso di teologia e di storia delle religioni. A mio avviso ha il giusto humor per affrontare queste tematiche che spesso spaventano: lavorare dentro di noi e scavare all’interno del Sè più profondo spesso infatti spaventa e fa indietreggiare. Igor a mio avviso ha il giusto approccio a questo tipo di riflessioni e regala esercizi pratici che noi, se vogliamo, possiamo attuare e scoprire di conseguenza quanto possano essere efficaci.

Vi racconterò in breve, giusto per incuriosirvi di cosa parlano questi esercizi, poi vi mostrerò il filmato dove potrete trovare Igor che racconta nel dettaglio come potere fare l’esercizio dei 101 desideri.

Per prima cosa procuratevi due quaderni, uno di bella ed uno di brutta. Nel quaderno di brutta scriviamo 150 desideri. Attenzione: mica è cosi semplice; io sono tre giorni che ci sto pensando e più di 50 desideri non riesco a scrivere …dovrò impegnarmi di più!

Per scrivere questi desideri dobbiamo tenere presente 10 importanti regole:

1 Tutti i desideri devono iniziare con IO VOGLIO, non con io desidero: sono due cose completamente diverse
2 Non si utilizza la parola NON
3 Ogni desiderio deve contenere un massimo di 14 parole (io voglio e tutte le punteggiature sono comprese)
4 Non chiedete di amare o di fare sesso con persone precise (nel filmato piangerete dal ridere: Igor spiega il perchè)
5 Non fate paragoni
6 Niente desideri seriali
7 Non si possono chiedere soldi
8 Non scrivere desideri per altri, solo per se stessi
9 Evitare i diminutivi
10 Mettere anche desideri assurdi (io su questo punto ci devo lavorare , cosi arrivo anche io ai 150!)

Dopodichè tra questi 150 desideri dovete sceglierne 101 e trascriverli sul quaderno di bella, lasciando qualche riga di spazio tra un desiderio e l’altro. Ogni giorno per i 365 giorni dell’anno leggiamoli, bastano 5 minuti al giorno!

Piano piano che i desideri si realizzano (vi garantisco che alcuni si realizzeranno dopo breve tempo), cancellateli e sotto quel desiderio scrivetene subito un altro cosi da avere sempre 101 desideri per tutti i 365 giorni dell’anno.

Come dichiara lo stesso Igor Sibaldi nel suo libro “Il frutto proibito della conoscenza” “ogni desiderio che noi riusciamo ad esprimere è una sorta di premonizione: non si tratta cioè del frutto della nostra fantasia, ma di un improvviso estendersi della nostra percezione, fino a cogliere nel futuro una qualche occasione che sta venendo proprio verso di noi e che può servire al proprio sviluppo interiore. E ciò che chiamiamo “desiderare” in realtà è il modo in cui questa nostra percezione più estesa cerca di annunciare alla nostra razionalità quelle occasioni che ha intravisto nell’avvenire, e di convincerla a non opporre resistenza e a non distrarsi, quando quelle occasioni arriveranno bensì a farsi avanti e ad afferrarle”.

E ancora nel suo libro dichiara “I desideri devono essere, ripeto, 101: un bel numero orientale, che raffigura simbolicamente un intero grande (100) ma aperto, grazie a quell’1 in più, verso ulteriori sviluppi”.
http://www.eticamente.net/875/esercizio-101-desideri-igor-sibaldi.html
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Desidera che si avvera!

Quando i desideri non si avverano ci sentiamo frustrati e traditi dalla sorte. In realtà essi hanno difficoltà ad avverarsi quando crediamo di non meritare la loro realizzazione o crediamo che sia impossibile.

Mettiamoci alla prova! Cominciamo a desiderare e a credere che il desiderio si avveri, ritorniamo fanciulli!!! Desideriamo e poi dimentichiamo di averlo fatto, il Cosmo lavorerà per noi!

Vi spiego come… Anni fa ascoltando un consiglio che Igor Sibaldi diede in televisione in una delle sue tante interviste, mi procurai un bel quaderno nuovo ed una penna. Li cercai con attenzione, perché la copertina deve avere il nostro colore preferito, che ci trasmetta sensazioni piacevoli sia a vederlo che a toccarlo ed anche la penna deve essere quella giusta per noi, perché ha il ruolo importante di scrivere, provocando la prima materializzazione del nostro voler ottenere.

Scegliamo un momento della giornata dove si ha la possibilità di staccare con l’esterno e di concentrarsi nella propria dimensione.
Cominciamo ad elencare i nostri desideri 1°, 2°, 3°, ecc… Mentre formuliamo e scriviamo i desideri la nostra energia aumenta e sentiamo dentro e fuori di noi una piacevole frenesia, come quella che provano i bambini quando si divertono. Bisogna arrivare a 101 desideri, quindi se si dovesse avvertire stanchezza è meglio fermarsi e riprendere in un secondo momento. Quando i 101 desideri saranno scritti il cerchio si chiude e avrete creato il vostro mandala di desideri. 101 è un numero magico e potente! Ogni desiderio avverato va chiuso dentro un cerchio o un rettangolo che faccia da cornice e dentro lo stesso scriviamo “Grazie”. Quel ringraziamento è rivolto al Cosmo che ci ha beneficiato della sua abbondanza.
Funziona!!!

Posted By Rachele Ascanio

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lunedì 23 aprile 2018

La realtà secondo il TRANSURFING

Un mondo strano

Fin dall'inizio dei tempi, si è notato che il mondo ha una natura duale. Da un lato, tutto ciò che accade sul piano materiale è abbastanza comprensibile e può essere spiegato in termini di scienze naturali. D'altro canto, di fronte a fenomeni appartenenti alla parte "sottile" (non-materiale) del mondo, queste leggi falliscono. Perché questi due aspetti della realtà non sono in grado di essere uniti in un concetto universale?

È a dir poco bizzarro - come se il mondo giocasse a nascondino con noi, cercando di nascondere la sua vera essenza. Gli scienziati scoprono una legge per spiegare qualcosa, e, qui, il mondo ci sorprende e qualcos'altro di controverso ha luogo. Questa caccia all'evasivo, questa verità-ombra sembra non aver fine. Il mondo non solo nasconde il suo vero volto - si trasforma in quello che vogliamo che sia.

Questo vale per tutti i campi della scienza. Ad esempio, se il mondo è percepito come un oggetto del micro-mondo, si può essere certi che ci saranno esperimenti a dimostrare questa teoria. Supposto che il mondo non è una particella, ma un'onda elettromagnetica - bene, non importa, agirà di conseguenza, facendo finta di essere ciò che tu vuoi che sia.

Poni al mondo una domanda: «In che cosa consiste? È una questione di massa?». Potete star certi di ottenere una risposta positiva. E se ancora, si trattasse di una massa di energia? Di nuovo è giusto! È riconosciuto che la formazione e l'annientamento di micro-particelle è un processo permanente, in corso in un “vuoto” - l'energia si trasforma in materia e viceversa.

Ancora una volta, non si dovrebbe chiedere al mondo ciò che è primario - la materia o la coscienza. Continuerà a cambiare le sue maschere. Coloro che hanno diversi punti di vista continuano a discutere, cercando di promuovere idee opposte, ma la realtà ci offre un verdetto a prova di bomba, sono tutte, di fatto, corrette.


In altre parole, il mondo non solo si sottrae, ma concorda anche con noi, comportandosi come uno specchio, per così dire. Esso riflette letteralmente tutte le nostre idee, di ogni genere, su ciò che ci circonda. Quindi, questo significa che tutti i nostri sforzi per trovare una chiave versatile della realtà sono inutili? In nessun caso il mondo sarà in disaccordo con i suggerimenti umani, tuttavia non darà mai una risposta diretta.

L'indizio è molto più semplice: non cercate di trovare la verità universale, attraverso lo studio di aspetti distinti della realtà sfaccettata. L'unica cosa che dovete accettare è il fatto che la realtà, come uno specchio, ha due lati: il lato fisico, che può essere percepito, e quello metafisico, situato oltre i confini della nostra percezione, ma non meno oggettivo.

Oggi, la scienza si occupa di ciò che si riflette nello specchio, mentre l'esoterismo sta cercando di guardare il mondo dall'altra parte dello specchio. E questo è ciò di cui si occupa l'intero dibattito. Cosa c'è, dall'altra parte dello specchio?

>>>Transurfing come un insegnamento esoterico dà una possibile risposta a questa domanda. Dall'altro lato dello specchio si trova uno spazio di varianti - una struttura d'informazione immagazzinante gli script per tutti i possibili flussi di eventi. Il numero di varianti è infinito - simile al numero delle possibili sedi di un punto su un sistema di coordinate. Tutto ciò che accade, accade e accadrà, è scritto lì.

Difficile da credere, non è vero? Dove si trova questo spazio di varianti? È possibile su questa terra? Nei termini della nostra visione del mondo a tre dimensioni, è ovunque e in nessun luogo al tempo stesso. Forse, è oltre i confini dell'universo visibile, o forse è nella tua tazza di caffè. In ogni caso, non è nella terza dimensione.

Paradossalmente, tutti noi viaggiamo lì ogni singola notte. I sogni non sono illusioni, come comunemente si crede. In modo vistoso, prendiamo i sogni come pure fantasie, senza sapere che riflettono le cose reali che sarebbero accadute nel passato o potrebbero accadere nel futuro.

È noto che quando si sogna, si possono vedere le immagini provenienti da un altro mondo - cose che sappiamo per certo di non aver mai vissuto. Se un sogno è un'imitazione della realtà, prodotta dal nostro cervello, allora da dove vengono tutte queste inimmaginabili immagini e trame?

Dato che ogni coscienza psichica può essere attribuita alla mente, e al subconscio - per l'anima, i sogni possono essere visti come un volo dell'anima stessa che viaggia attraverso lo spazio delle varianti. La mente non "immagina" i sogni, ma in realtà li vede.

L'anima ha accesso diretto al campo d'informazioni, dove tutti gli “scenari e paesaggi "sono mantenuto fissi, come fotogrammi di un film. Il fenomeno del tempo si mostra solo quando il “film” si muove. La mente agisce come un osservatore e un generatore d'idee.

Anche la memoria è direttamente collegata allo spazio delle varianti. È stato dimostrato che il cervello non è fisicamente in grado di abbracciare tutte le informazioni accumulate durante tutta una vita. Come possono, allora, le persone ricordare dettagli diversi?

Il punto è che il nostro cervello non memorizza le informazioni stesse. Immagazzina invece una sorta d'indirizzi (links) di accesso ai dati dallo spazio delle varianti. Le persone non ricordano niente dalle loro vite passate, perché quando il corpo muore, tutti gli indirizzi sono cancellati. Tuttavia, in determinate circostanze, questi indirizzi possono essere ripristinati.

La mente non è in grado di creare qualcosa di assolutamente nuovo. L'unica cosa di cui è capace è mettere insieme una nuova versione della casa utilizzando vecchi cubi. Tutti i progressi scientifici e le opere d'arte sono ricevuti dalla mente dallo spazio delle varianti, con l'aiuto dell'anima. Anche la chiaroveggenza come pure la percezione intuitiva provengono da lì.

"Le scoperte scientifiche", scrisse Einstein, "non sono fatte logicamente. Esse acquisiscono una forma logica solo più tardi, quando vengono descritte. Una scoperta, anche la più piccola, è sempre un insight (intuizione illuminante). Il risultato viene da fuori e in modo così inaspettato che sembra che qualcuno ti abbia aiutato a trovare la risposta. "

Il termine, "spazio delle varianti del transurfing", non deve essere confuso con il concetto noto del campo comune d'informazione, in cui i dati possono essere trasmessi da un oggetto all'altro. Lo spazio "delle varianti" è una matrice stazionaria - una struttura che definisce tutto ciò che potrebbe accadere nel nostro mondo.

Così, accettando che le due facce della realtà - la fisica e la metafisica - coesistono, la visione del mondo diventa più chiara. Quando i due aspetti s'incontrano sulla superficie dello specchio, sorgono quei fenomeni che sono tradizionalmente denominati come paranormali o non ancora spiegabili.

Un buon esempio delle due apparenze della realtà che entrano in contatto è il dualismo onda-particella, quando un micro-oggetto è visto come onda e particella. Tuttavia, l'esempio più sorprendente siamo noi stessi - creature viventi, che uniscono il materiale e lo spirituale. In un certo senso, noi viviamo sulla superficie di uno specchio gigante duplice, in cui da un lato, c'è il nostro universo materiale, e dall'altro la nera infinità dello spazio delle varianti.

Tale condizione è l'unica ragione per cui sarebbe miope, per non dire altro, rimanere nel quadro di una visione comune del mondo, con solo il lato fisico della realtà. In alcune circostanze, l'energia del pensiero umano può materializzare un settore dello spazio delle varianti. In uno Stato che, in termini di Transurfing, può essere nominato come un'unione di mente e anima, una forza impercettibilmente magica - l'intenzione esterna.

Tutto ciò che di solito è attribuito alla magia è direttamente collegato alla volontà esterna. Gestendo questa forza, i maghi costruirono le piramidi egiziane e produssero meraviglie simili. Il termine "esterno" viene utilizzato perché vive al di là di noi, così, la mente non ha alcun potere su di esso. Tuttavia, in un certo stato è possibile ottenere l'accesso ad esso. Se questa potente forza può essere fatta a lavorare secondo la nostra volontà, si possono fare cose incredibili.

L'uomo moderno ha perso la capacità che avevano i suoi predecessori di civiltà antiche come Atlantide. Frammenti di antica saggezza sono arrivati fino a noi, sotto forma di alcuni sconnessi insegnamenti e pratiche esoteriche. Ma, è abbastanza difficile usare questa conoscenza nella vita quotidiana.

Nonostante questa difficoltà il segreto per utilizzare l'intenzione esterna è molto semplice. La chiave ad esso è nascosta in un fenomeno noto come "sogno cosciente". In un sogno comune, le cose accadono a dispetto della volontà della mente. Fintanto che il sognatore non è consapevole di essere addormentato, lui / lei non è in grado di controllare ciò che sta accadendo. Si è totalmente assorti nel sogno inconscio - esso "accade" a lui / lei.

Ma se il sognatore se ne rende conto, alcune abilità sorprendenti saranno rivelate. Sognare in modo consapevole è abbastanza facile da fare. Gli eventi possono essere governati con la forza delle vostre intenzioni, cosi cose incredibili possono essere fatte - volare, per esempio.

La capacità di governare i sogni appare dopo che una persona è consapevole di essere addormentata e del suo rapporto attuale con il mondo reale. In questa fase, la realtà è un punto di appoggio a cui lui / lei possono tornare dopo il risveglio.

La realtà a sua volta è simile a quel sognare inconscio - nello stato di veglia, uno è nelle mani delle "circostanze" - la vita "accade". Le persone non si ricordano le loro vite passate e non hanno alcun punto di appoggio, che potrebbe contribuire a fare un passo avanti fino al prossimo livello di coscienza.

Tuttavia, le cose non sono così disperate. Transurfing vi darà alcuni metodi per far lavorare indirettamente l'intenzione esterna. Si può modellare la realtà. Per fare questo dovete solo attenervi a una serie di regole. Una mente umana comune non riesce a influenzare l'immagine riflessa nello specchio, perché è necessario cambiare l'immagine stessa. L'immagine è la direzione e il modo di pensare che la persona ha.

Il vostro desiderio non è sufficiente a trasformare ciò che desiderate in ciò che è reale. I parametri dell'immagine, da un lato dello specchio devono coincidere con un particolare settore dello spazio delle varianti sul lato opposto. Ma non è tutto. Dovete sapere come trattare con lo specchio, dal momento che è piuttosto complesso e inquietante.

Immaginate questa situazione insolita: vi trovate di fronte allo specchio e non vedete nulla. Solo un po' più tardi, un'immagine si mostra, come una fotografia. Poi sorridete - ma nello specchio c'è la stessa espressione seria di prima.

È esattamente il modo di lavorare dello specchio delle varianti. Soltanto che il tempo di mostrare l'immagine è di gran lunga maggiore, quindi i cambiamenti non sono evidenti. La realizzazione materiale è inerte, ma a condizione di fare cose particolari il riflesso sarà ancora da formare, il che significa che un sogno può diventare realtà. Transurfing ti dà indicazioni su come affrontare lo specchio del mondo.

Queste idee possono sembrare incredibili, ma sono già state messe alla prova. Transurfing è molto popolare su Internet, da oltre un anno. Diversi mesi fa VES Publishing Group - San Pietroburgo, ha pubblicato una trilogia dal titolo "Reality Transurfing" e ora Macro Edizioni ha già pubblicato il primo della serie. Coloro che hanno messo Transurfing in pratica sono stati assolutamente stupiti. Il mondo che circonda un transurfer subisce dei cambiamenti sorprendenti in tempi molto brevi. Questo non è misticismo - qui, tutto è reale.
V.Z.
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sabato 21 aprile 2018

Un uomo d’affari una volta mi disse ...


Un uomo d’affari una volta mi disse che da quando aveva cominciato a praticare la visualizzazione e preso l’abitudine di dedicare alcuni minuti ogni giorno a pensare al suo lavoro e a come desiderava che fosse, gli ordini di acquisto che aveva ricevuto erano più che raddoppiati in sei mesi. il suo metodo consisteva nell’entrare in una stanza ogni mattina per pochi minuti prima di colazione e fare un inventario mentale degli affari che aveva lasciato la sera prima e ingrandire quindi la loro mole.

Mi disse che li espandeva finché il volume di questi assumeva le dimensioni di un grande successo. Si vedeva nel suo ufficio mentre svolgeva tutto ciò che voleva avere già portato a termine. la sua occupazione lo portava ad incontrare ogni giorno molti sconosciuti. 

nella sua immagine mentale si vedeva incontrare queste persone, capire i loro bisogni e rifornirli di ciò di cui avevano necessità. Questa abitudine, disse, aveva rafforzato e consolidato la sua volontà in modo inimmaginabile. 

inoltre, vedendo con gli occhi della mente le cose come desiderava che fossero aveva acquisito un sentimento fiducioso che un certo Potere Creatore era in atto per lui, con lo scopo di migliorare il suo piccolo mondo.

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Il Potere Invisibile della Visualizzazione
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Come ho attirato a me 20.000 dollari


nel laboratorio di esperienza, nel quale doveva essere messa alla prova la mia relazione con il funzionamento divino, il primo problema era quello finanziario. L’entrata che avevo costituiva una somma sufficiente per i miei bisogni giornalie- ri, ma non da permettermi un viaggio confortevole in inghilterra dove troward viveva, né tanto meno rimanerci per un periodo di tempo inde nito per studiare con un insegnante considerevole come lui sicuramente doveva essere.

prima di chiedere se troward avesse degli studenti o se potessi essere ammessa in caso affermativo, iniziai ad usare il paragrafo che avevo memorizzato. Gior- nalmente, infatti, quasi a ogni ora, mi ripetevo: «La mia mente è un centro di funzionamento divino ed il funzionamento Divino significa espansione in qualcosa di migliore rispetto a ciò che è stato prima».

da The Edinburgh Lectures on mental Science avevo letto qualcosa sulla Legge di Attrazione e dal capitolo Causes and Conditions [Cause e Condizioni] mi feci

una vaga idea della visualizzazione. Così, ogni notte, prima di andare a dormire, creavo un’immagine mentale del mio desiderio dei 20.000 dollari che avevo sti- mato necessari per andare a studiare con troward. nella mia stanza contavo ogni notte venti biglietti immaginari da 1.000 dollari ognuno e, con l’idea di imprimere in modo più enfatico nella mia mente la somma necessaria per studiare con troward, ela- borai l’immagine vedendomi acquistare il biglietto della nave da new York a londra e camminare su e giù sul ponte; mi vedevo in ne allieva di Troward.

Tutto questo fu ripetuto ogni mattina ed ogni sera, imprimendo sempre più nella mia mente l’affermazione che avevo memorizzato del maestro: «la mia mente è un centro delle operazioni divine». Mi sono adoperata per mantenere questa frase in mente senza alcun preoccupazione su come avrei potuto ottenere i soldi necessari. Forse la ragione per cui non c’era alcun pensiero che riguardava i canali attraverso i quali questi mi potevano giungere era che non avevo la più pallida idea da dove i 20.000 dollari potevano venire. Così, ho semplicemente mantenuto costante il mio pensiero e lasciato che la legge di attrazione trovasse la strada e i mezzi.

Un giorno, mentre camminavo mi venne questo pen- siero: «la mia mente è sicuramente un centro del funzionamento divino. se dio è in tutto lo spazio, allora deve stare anche nella mia mente. se voglio questo denaro per studiare con Troward e conoscere la verità della vita, allora sia il denaro che la verità devono essere miei, anche se non sono ancora in grado di vedere le manifestazioni fisiche di entrambe. tuttavia, devono essere miei».

Dopo queste riflessioni pensai: «Sono tutta la sostanza che c’è e ogni cosa deve avere il suo inizio nella mente. l’idea stessa deve contenere dentro di sé l’unica sostanza primaria che c’è e questo può signi- care denaro come ogni altra cosa». La mia mente accettò questa idea e immediatamente tutta la tensione che avevo si allentò.

ero assolutamente certa di essere in contatto con tutto il potere che la vita ha da offrire. tutti i pensieri sul denaro, sull’insegnante e per no sulla mia personalità, svanirono nella grande ondata di gioia che travolse il mio essere. Camminai a lungo con que- sta sensazione di gioia costante che aumentava e si espandeva nché ogni cosa intorno a me sembrò risplendere di luce. ogni persona che incontravo sulla mia strada mi sembrava che fosse illuminata come lo ero io. tutta la consapevolezza della mia persona era scomparsa e al suo posto c’era un enorme e travol- gente senso di gioia e di appagamento.

Quando quella notte creai il quadro mentale di 20.000 dollari, lo feci in modo completamente diverso. in passato, in occasioni simili, sentivo di dover risve- gliare qualcosa dentro di me, invece questa volta non c’era stato alcuno sforzo, contavo semplicemente i 20.000 dollari. In maniera alquanto inaspettata, da una fonte della quale non avevo consapevolezza in quel periodo, sembrò aprirsi una strada attraverso la quale ottenni il denaro.

Mi sembrava così meraviglioso, stupendo, l’essere in contatto con la provvidenza divina che riuscii a contenere l’eccitazione solo con grande fatica. non aveva forse troward avvisato i suoi lettori di tene- re sotto controllo l’eccitazione per aver realizzato di essere in unione con l’In nita Provvidenza e di considerare invece tutto ciò come un risultato perfettamente naturale al quale si giunge grazie alla nostra richiesta? Per me, tutto questo era ancora più dif cile che mantenere il pensiero: “io sono tutta la sostanza che c’è, sono io; io (idea) sono l’inizio di tutta la forma, visibile o invisibile”.

non appena le circostanze mi indicarono la direzione attraverso la quale i 20.000 dollari potevano arrivare, non solo feci uno sforzo supremo per considerare con calma la direzione indicata come primo germoglio del seme che avevo piantato nell’assoluto, ma tentai in ogni modo di seguire quella direzione. Nel fare que- sto, sembrava che una circostanza portasse ad un’altra, no a che, passo dopo passo, ottenni i miei desiderati 20.000 dollari. L’unico grande sforzo che feci fu quello di mantenere la mente calma e libera dall’eccitazione. Ero giunta a questo primo buon esito del mio stu- dio di “scienza della Mente” seguendo i metodi che Troward aveva enunciato. A questo riguardo, quindi, non posso offrire al lettore nessun miglior dono che quello di fare riferimento al libro di questo autore, The Edinburgh Lectures, dal quale si può derivare un’idea completa della linea di azione che stavo cer- cando di seguire. nel capitolo Causes and Condi- tions egli afferma:

per ottenere un buon risultato dobbiamo avere un’esatta comprensione della nostra relazione con il grande potere impersonale che stiamo usando. Questo potere è intelligente e noi dobbiamo essere intelligenti. le due intelligenze devono cooperare.

Non dobbiamo trascurare questa legge aspettando che essa faccia per noi quello che invece può essere fatto attraverso di noi. Dobbiamo, quindi, usare la nostra in- telligenza con la consapevolezza che sta agendo come strumento di un’intelligenza più grande. dovremmo quindi cessare di essere in ansia per il risultato nale.

per agire nella pratica, dobbiamo prima di tutto ave- re un’idea precisa del nostro obiettivo con la sicura intenzione di imprimerla nella Mente universale. È questo che porta un certo pensiero fuori dall’area del puro capriccio della fantasia e conferma che la nostra conoscenza della Legge è una ragione suf - ciente per una aspettativa serena del risultato atteso e che, quindi, tutte le condizioni necessarie arrive- ranno a noi a tempo debito. possiamo, perciò, rivolgerci alle faccende della nostra vita quotidiana con la sicurezza che la realizzazione dei nostri desideri ci sia già e che le relative condizioni si manifesteranno presto. se non riusciamo a vederle subito, aspettiamo sereni con la consapevolezza che il pro- totipo esiste già e aspetta il momento in cui qualche circostanza, che va verso la direzione desiderata, comincia a manifestarsi. Anche se è qualcosa di ir- rilevante, rivela a ogni modo, la direzione. È questa che deve essere presa in considerazione.

appena la vediamo, dovremmo considerarla come il primo germoglio del seme piantato nell’assoluto e fare tranquillamente, senza agitarci, qualsiasi cosa le circostanze richiedano. successivamente vedre- mo che, facendo in questo modo, arriverà un’altra circostanza che ci condurrà nella stessa direzione della precedente, nché ci troveremo guidati, pas- so dopo passo, al raggiungimento del nostro obiet- tivo. In questo modo la comprensione del grande princìpio della legge della provvidenza ci libererà a poco a poco dai pensieri ansiosi e dal faticoso lavoro portandoci in un nuovo mondo dove l’im- piego utile di tutti i nostri poteri, siano essi mentali o sici, saranno solo la manifestazione della nostra individualità e quindi una fonte perpetua di salute e felicità. Un incentivo sicuramente suf ciente per un attento studio delle leggi che governano il rap- porto tra l’individuo e la Mente universale.

Questa citazione evidenzia il nocciolo del metodo e il tipo di approccio adatto per venire in contatto con la Provvidenza Infinita. Questa citazione, insieme a quella precedentemente menzionata (“La mia mente è un centro del funzionamento divino” ecc.) furono i soli mezzi che utilizzai per attirare a me i 20.000 dollari. il mio sforzo costante di entrare nello spirito di queste dichiarazioni e di attirare a me la somma necessaria durò sei settimane, e alla ne la ricevetti nel mio conto in banca. Quello che avvenne si potrebbe raccontare in una lunga storia, con tanto di dettagli, ma i fatti qui raccontati a grandi linee, vi danno già un’idea definitiva della condizione magnetica della mia mente mentre i 20.000 stavano cercando la strada per arrivare da me

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Il Potere Invisibile della Visualizzazione
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venerdì 20 aprile 2018

FESTEGGIA LA TUA VITA

"...Arriverà il giorno quando, vedendo il tuo riflesso nello specchio, sorriderai a te stesso.

Arriverà il giorno quando il tuo Cuore batterà più forte sentendo il suono dei tuoi passi sulla soglia della casa.


Invitati ad entrare in casa. Offriti del vino. Porgiti del pane. Restituisci a te il tuo cuore.

Accetta nuovamente te stesso, questo conoscente sconosciuto, fedele a te, colui che ti ha amato per tutta la vita, colui che si è stancato della tua indifferenza.

Leva dai ripiani i ritratti degli estranei, le lettere d'amore...

Siediti a tavola. mangia, fai la festa. Festeggia te stesso. Festeggia la tua vita."

(Sergey Sergeev)
traduzione Olga Samarina

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giovedì 19 aprile 2018

MIRACLE MANTRA


MIRACLE MANTRA - NAM MYOHO RENGE KYO Questo Mantra descrive l'essenza del Buddismo - la convinzione che abbiamo in noi in ogni momento la capacità di superare qualsiasi problema o difficoltà che possiamo incontrare nella vita; una capacità di trasformare qualsiasi sofferenza.

Prima e dopo la ripetizione del mantra chiediti cosa ti serve nella vita e poniti un obbiettivo con certezza che puoi superare qualsiasi problema  e creare la realta' che desideri mentre ripeti il mantra guarda con devozione al Gohonzon l'immagine qui sotto scritta in sanscrito dal Buddha




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Come gli ormoni dello stress prendono il controllo

Da un punto di vista scientifico, vivere sotto stress significa essere in modalità di sopravvivenza. Quando percepiamo una circostanza stressante che ci minaccia (e di cui non possiamo prevedere o controllare l’esito), viene attivato il sistema nervoso primitivo chiamato sistema nervoso simpatico, e l’organismo mobilita un’enorme quantità di energia in risposta all’agente stressante. Dal punto di vista fisiologico, il corpo attinge automaticamente alle risorse che gli servono per affrontare il pericolo.

Le pupille si dilatano per vedere meglio; la frequenza cardiaca e respiratoria aumenta, così possiamo scappare, lottare o nasconderci; una maggiore quantità di glucosio viene rilasciata nel sangue per fornire più energia alle cellule; il flusso sanguigno confluisce alle estremità, lontano dagli organi interni, in modo da poterci muovere più velocemente. L’adrenalina e il cortisolo inondano i muscoli, trasmettendo una scarica di energia per scappare o respingere l’agente stressante. La circolazione nel cervello passa dal prosencefalo al rombencefalo, quindi abbiamo una minore capacità di pensare in modo creativo e ci affidiamo all’istinto per reagire prontamente.

Nel caso di Anna, la notizia stressante del suicidio del marito gettò il suo cervello e il suo corpo in uno stato di sopravvivenza. Nel breve periodo, tutti gli organismi possono sopportare condizioni avverse combattendo, nascondendosi o scappando da un fattore stressante incombente. Ognuno di noi è progettato per gestire lo stress a breve termine. Quando l’evento è passato, l'organismo di solito torna in equilibrio in poche ore, aumentando i livelli di energia e ripristinando le risorse vitali. Ma quando lo stress non termina nel giro di qualche ora, il corpo non torna più in equilibrio. In realtà, nessun organismo in natura può sopportare di vivere in modalità d’emergenza per lunghi periodi.

A causa dei nostri grandi cervelli, noi esseri umani siamo in grado di pensare ai nostri problemi, rivivere eventi del passato o persino prevedere accadimenti nefasti, attivando così gli ormoni dello stress con il solo pensiero. Possiamo influire sulla fisiologia del corpo e del cervello semplicemente pensando a un passato fin troppo familiare o cercando di controllare un futuro imprevedibile.

Ogni giorno, Anna continuava a rivivere quel momento nella mente. Non si rendeva conto che il suo corpo non riusciva a distinguere tra l'evento originario che aveva creato la risposta di stress e il ricordo di quell’evento, che innescava di nuovo le medesime emozioni dell'esperienza reale. Anna produceva le stesse sostanze chimiche, come se l'evento continuasse a verificarsi ripetutamente. Rievocando in continuazione l’esperienza, senza volerlo ancorava il corpo e il cervello nel passato.

Le emozioni sono le conseguenze chimiche delle esperienze vissute. Quando i nostri sensi registrano le informazioni in entrata dall'ambiente, gruppi di neuroni si organizzano in reti. Il cervello produce una sostanza chimica che viene poi inviata in tutto l’organismo. Questa sostanza chimica è chiamata emozione. Ricordiamo meglio gli eventi quando riusciamo a ricordare anche come ci sentivamo. Più forte è il quoziente emotivo di un evento, che sia positivo o negativo, più forte è il cambiamento nella nostra chimica interna. Quando osserviamo un cambiamento significativo dentro di noi, il cervello presta attenzione a chi o che cosa lo sta provocando fuori di noi, ed è come se scattasse una foto dell’esperienza esterna. Questo è un ricordo.

Pertanto, il ricordo di un evento può rimanere impresso a livello neurologico nel cervello, e quella scena resta sospesa nel tempo nella nostra materia grigia, come è successo ad Anna.

La combinazione di persone o oggetti in un dato tempo e in un dato luogo viene impressa nella nostra struttura neurale come un’immagine olografica. E così che creiamo un ricordo a lungo termine. Di conseguenza, l’esperienza rimane fissata nei circuiti neurali e l’emozione viene immagazzinata nel corpo, ed è così che il nostro passato diventa la nostra biologia. In altre parole, quando viviamo un evento traumatico, tendiamo a pensare a livello neurologico all’interno del circuito di quell’esperienza e a sentire a livello chimico entro i confini delle emozioni legate a quel fatto, così il nostro stato d’essere (ossia come pensiamo e come ci sentiamo) rimane bloccato a livello biologico nel passato.

Come puoi immaginare, Anna stava provando una serie di emozioni negative: infinita tristezza, dolore, lutto, senso di colpa, vergogna, disperazione, rabbia, odio, frustrazione, risentimento, shock, paura, ansia, preoccupazione, senso di sopraffazione, angoscia, disperazione, impotenza, isolamento, solitudine, incredulità e tradimento. E nessuna di queste emozioni sparì velocemente. Analizzando la propria vita nel quadro delle emozioni del passato, soffriva sempre di più. Siccome non riusciva a pensare più in grande di come si sentiva costantemente, e poiché le emozioni erano un prodotto del passato, Anna stava sempre peggio. Essendo una psicoterapeuta, capiva a livello razionale e intellettuale cosa le stava succedendo, ciononostante non riusciva a superare la sofferenza.

I suoi conoscenti cominciarono a trattarla come la donna che aveva perso il marito, e questa divenne la sua nuova identità. Associava ricordi ed emozioni alla ragione per cui era nello stato attuale. Quando qualcuno le chiedeva perché stesse così male, raccontava la storia del suicidio, rivivendo ogni volta il dolore, l’angoscia e la sofferenza. Anna continuava ad attivare gli stessi circuiti cerebrali e a riprodurre le medesime emozioni, programmando ulteriormente il corpo e il cervello a rimanere nel passato. Ogni giorno pensava, agiva e sentiva come se il passato fosse ancora vivo. E dato che il nostro modo di pensare, agire e sentire costituisce la nostra personalità, quella di Anna era completamente creata dal passato. Da un punto di vista biologico, raccontando ripetutamente la storia del suicidio del marito, Anna non riusciva a superare l’accaduto.

Questo testo è estratto dal libro "Diventa Supernatural".


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Diventa Supernatural Diventa Supernatural
Come fanno le persone comuni a realizzare cose straordinarie
Joe Dispenza

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domenica 15 aprile 2018

L'intera esistenza è in celebrazione!

Osserva: l'intera esistenza è in celebrazione! Gli alberi non sono seri; i fiumi e gli oceani sono selvaggi: ovunque è una festa, ovunque ci sono gioia e delizia.


Osserva l'esistenza, ascoltala e diventane parte, in questo modo diventi un amante, perché l'amore può esistere dove c'è un profondo rispetto per la gioia. L'amore non può esistere in una mente seria.

Osho
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venerdì 13 aprile 2018

DOMANDE E RISPOSTE SUI SOLDI

DOMANDA
«Il mio sogno costa carissimo e si trova lontano, nello spazio delle varianti. Io cerco sempre di visualizzarlo. Ma lei dice che non bisogna pensare ai soldi. Io e mio marito abbiamo sempre lavorato per qualcuno, anche senza rendercene conto. Ora stiamo cercando di uscire da quest’inferno, vorremmo aprire un nostro business, magari piccolo ma nostro. Per il momento il quadro si disegna a fatica, nessuno di noi ha né talento né esperienza di gestione di un business. Però c’è un fermo desiderio di cessare di lavorare per qualcuno. Si può considerare tutto ciò come “primi passi in direzione del fine”? Non vogliamo dipendere dallo stato e nemmeno lavorare solo per i soldi. Vorremmo che i soldi lavorassero per noi (potreb- bero essere investimenti, buoni del tesoro, redditi da affitti ecc.). Ci stiamo sbagliando? Voglio essere ricca e indipenden- te. Non visualizzo i soldi, ma li voglio avere, perché il mio fine, in equivalente monetario, è alto».

RISPOSTA
I soldi non sono il fine e nemmeno il mezzo per il loro raggiungimento. I soldi sono solo un attributo che compare e si aggiunge automaticamente nel cammino verso il fine. Se per il raggiungimento del fine servono soldi, vuol dire che salteranno fuori o si apriranno delle possibilità (porte) per guadagnarli. Ma perché ciò avvenga, occorre visualizzare il fine come se fosse già stato raggiunto. Bisogna fingere per quanto possibile, e vivere in questa realtà virtuale. Non si tratta di vagare tra le nuvole, ma di fare un lavoro concreto, se si fa girare la diapositiva sistematicamente e in modo mirato. Se proprio vuole, può chiamare questo lavoro “vagabondaggio mirato tra le nuvole”. Però, da queste altezze, si ricordi di scrutare attentamente la terra, per non trascurare le porte pronte ad aprirsi.

Quindi, non bisogna pensare ai soldi ma al fine, questa è la cosa più importante. In caso contrario lo specchio del mondo rifletterà solo le sue infruttuose ricerche di denaro. Attenzione però: questo non significa che i pensieri dovranno essere com- pletamente depurati da questioni finanziarie. Lei può, in modo altrettanto mirato, affermare il pensiero-forma: i soldi vengono a me in flusso crescente, ne ho sempre di più. I soldi bastano per tutto, posso comprarmi facilmente tutto quello che voglio. Non importa che ciò per il momento non corrisponda a realtà. La realtà si forma prima nei pensieri e poi nella vita reale.

Però mi raccomando: questo pensiero-forma non dovrà contenere né l’immagine “sto cercando soldi”, né la domanda “dove li posso prendere?”. Lei dovrà creare davanti allo spec- chio proprio quella situazione che deve formarsi come risultato finale (nel riflesso). In questo senso si può e addirittura si deve pensare ai soldi.

DOMANDA
«Perché i soldi non possono essere un fine? Diciamo che mi sono posta il fine di guadagnare ogni mese una certa somma di reddito passivo. Non ho idea di come si possa raggiungere questo fine. Lavoro con la diapositiva, ma non si realizza niente, perché? Teoricamente la vita mi dovrebbe portare sul-
la linea dove questo si realizza. ma, da quanto ho capito dai libri, lei dice che non ne viene fuori niente. Perché?». 

RISPOSTA
Le riuscirà sicuramente e stia anche attenta a non chiedere troppo poco! Il suo Fine le darà molto di più, cose che non ha nemmeno mai osato sognare. Quando una persona si muove verso il suo Fine, le si aprono davanti delle possibilità colossali. Allora le richieste di prima le sembreranno ridicole.

Non ho detto che non si possono attirare i soldi per mezzo della visualizzazione. Piccole somme di denaro si possono attirare veramente. Sarà invece poco probabile che si possano attirare somme più consistenti. Infatti serve l’unità di anima e ragione, una fede cieca nel fatto che i soldi arrivano. La ragione, però, si lascerà tormentare senza pausa dalle domande: «da dove mi arriveranno i soldi, in che modo?». E l’anima? Forse che l’anima ha bisogno di soldi?

Lei dirà: «Quando mi arriveranno, troverò il modo di spenderli e vivrò come vorrò». Ma qui sta il busillis: e come vuole vivere?

Poniamo la domanda in termini diversi: le servono i soldi o la sensazione di festa, gioia e senso della vita? Supponiamo che si sia realizzato il suo sogno: sta prendendo il sole a bordo del suo yacht che solca le acque del mar dei Caraibi. Cosa dice, pensa che in questa situazione lei proverebbe una sensazione di festa della vita? Difficile che sia così. Probabilmente proverebbe un senso di vuoto e una noia mortale. Provi a ricordare quante volte nel cammino verso il fine è stata accompagnata da una sensazione di azzardo, entusiasmo, slancio e, una volta raggiunto lo scopo desiderato, non ha più sentito nulla se non un senso di vuoto. Questo fenomeno si spiega molto semplicemente. La sensazione di felicità, gioia e pienezza della vita procura energia libera (energia d’intenzione), che si attivizza nel movimento verso il fine. Per quanto paradossale possa sembrare, si tratta più di una proprietà fisiologica che psichica. Proprio per questo la felicità si trova solo in itinere, durante il cammino e non nel punto di arrivo. Non c’è alcuna felicità nel futuro, perché essa è o qui e adesso o in un’altra linea della vita. È proprio questa linea della vita, la strada del fine, che bisogna cercare.

La strada è un cammino. Il fine qui può anche non essere obbligatoriamente un risultato concreto. Nella maggior parte dei casi è un processo continuo di autorealizzazione, di rivelazione delle proprie capacità in una qualche sfera. Se c’è movimento, c’è energia. Una volta giunti a destinazione, si va avanti.

E ora si immagini di essersi prefissa il fine di avere un reddito stabile. Supponiamo che abbia raggiunto il suo scopo e non abbia ora la necessità di guadagnare. Lei ha tutto. E come andrà avanti? Per un po’ potrà vivere spensieratamente, deliziarsi di ogni bene e di ogni meraviglia che l’agio procura. Ma presto comincerà a provare un senso di vuoto. Proprio questa sensazione attacca quei ricchi che non hanno un fine. Sono arrivati a destinazione, non hanno più una meta da raggiungere, cui aspirare, niente da volere. La vita si trasforma in un’assurda, seppur lussuosa, esistenza. Un’attesa logorante di qualcosa. Semplice sala d’attesa o sala d’attesa VIP, non cambia nulla, sempre di sala d’attesa si tratta. Forse si era più felici quando si viveva in miseria, ma ci si muoveva verso un fine! L’energia d’intenzione zampillava come una fontana e per questo si viveva veramente, non si tirava semplicemente a campare. Ecco, dunque, si ponga questa domanda: dove sta andando ora: verso la città di Smeraldo o verso una sala d’attesa?

Vadim Zeland
 
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mercoledì 11 aprile 2018

COME USCIRE DALLO SPECCHIO

Dall’inizio della propria vita ognuno di noi capita in una determinata situazione: sono nato in povertà e non posso uscire da questo stato; sono costretto ad accontentarmi di quello che mi è accessibile; devo fare quello che bisogna fare. Sono tipi di situazione che ipnotizzano, coinvolgono e l’uomo si trova prigioniero di un sogno a occhi aperti, di una vita che gli accade. Finché l’uomo continua a sognare questa situazione, essa non fa che affermarsi e consolidarsi nello specchio del mondo. È così che l’uomo, permanendo in potere della sua realtà, al contempo la sostiene. Per questo i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.

Se ben ricordate, nel capitolo precedente si parlava dell’illusione dello specchio duale. È proprio la fissazione dell’attenzione sul riflesso che trasforma la vita in un sogno inconscio, dove ci si trova in piena balia delle circostanze. Mentre voi, incantati, seguite con preoccupazione quello che succede nello specchio, la realtà vi domina. Allo stesso modo, l’attenzione vi immerge nel film proiettato sullo schermo, con la differenza che nella vita l’immersione è più profonda; venite ipnotizzati dal riflesso, che vi trascina letteralmente dietro di sé lungo il circolo speculare. Come trasformare la propria esistenza da sogno inconscio a sogno lucido, ovvero gestibile?
Bisogna capire una cosa semplice: in questo mondo ci siete voi e c’è lo specchio. Fino a quando la vostra attenzione è concentrata sul riflesso, vi trovate all’interno dello specchio e tutto ciò che succede qui dentro, succede indipendentemente dalla vostra volontà. La vostra vita è simile a un gioco per computer, con regole definite non da voi. Ovviamente vi è permesso di intraprendere dei tentativi per influenzare quello che sta accadendo, ma siete privati del fattore fondamentale:

non avete la possibilità di uscire dal gioco.
Nel frattempo, c’è solo una cosa che vi trattiene al chiuso: la vostra attenzione. Voi siete perfettamente in grado di fuoriuscire dallo specchio. All’interno di esso c’è un sogno inconscio, al di fuori di esso c’è un sogno lucido. La realtà è uguale, sia da una parte che dall’al- tra. Lo specchio, infatti, è duale. Ma lì, dentro lo specchio, non siete voi a gestire la realtà, essa vi gestisce. Lì siete in balia dell’illusione, come se il riflesso si potesse cambiare con un semplice
tocco di mani. Ma questo è possibile solo se vi trovate da quest’altra parte, là dove l’intenzione interna diventa esterna. Per uscire all’esterno bisogna rein- dirizzare l’attenzione dal riflesso all’immagine. Una volta che vi siete resi conto di trovarvi di fronte a uno specchio, acquisite l’abilità di formare la realtà secondo l’immagine dei vostri pensieri.

Dopo che vi sarete liberati dall’illusione, dovrete reindirizzare il corso dei vostri pensieri secondo il quinto principio: da “non voglio qualcosa” a “quello che voglio è...”, da “non mi piace qualcosa” a “quello che mi piace è...”. Dovrete cessare di pensare alla malattia e pensare invece alla salute, dovrete smettere di pensare ai mez- zi e concentrarvi piuttosto sul fine ultimo. Se prestate attenzio- ne, noterete che a ogni passo vi tocca rassegnarvi alle circostanze e sottomettervi a fattori che vi sembrano inevitabili. Siete abituati a percepire il sogno passivamente, così com’è. Nel migliore dei casi cercate di opporvi agli eventi, di difendere il vostro scenario, di lottare contro la corrente della varianti, mentre invece basterebbe solo cambiare il proprio modo di rapportarsi, cioè cambiare l’immagine che sta davanti allo specchio. Allora non sarete più in balia del gioco: esso comincerà a evolversi al di fuori di voi e secondo la vostra volontà. Da pedina diventerete colui che tira i dadi.

Ora, però, entra in azione una nuova regola: se viene fuori una combinazione che voi ritenete sfortunata, dovrete accettarla e dichiararla fortunata. È una regola da osservare assolutamente, se non volete ritrovarvi nuovamente all’interno dello specchio. Re-indirizzare i pensieri non basta; serve ancora trasferire il controllo della ragione dall’elaborazione di uno scenario alla sua dinamica correzione. Siete i padroni del vostro mondo fintantoché osservate il sesto e il settimo principio speculare.

Di solito la ragione si oppone, se l’evento che si è venuto a creare non si in- scrive nelle sue rappresentazioni. Ora, però, dev’essere tutto al contrario. Ogni- qualvolta la ragione manifesta la sua insoddisfazione a proposito di un’incongruenza con lo scenario pianificato, occorre riscuotersi e accettare con prontezza il cambiamento, ricordando: va tutto così come deve andare.

La ragione non può in alcun modo abituarsi al pensiero che all’inizio del viaggio, quando è tutto ancora sconosciuto, non c’è nessuna necessità di preoccuparsi riguardo i mezzi di raggiungimento del fine. Essa tende sempre a pensare come una certa cosa si realizzerà, proiettando ogni tipo di variante negativa. Viene proprio voglia di dirle: «Ma vuoi capire sì o no, cretina, che non è affar tuo? Tu devi solo occuparti di tener fissa l’attenzione sul fine ultimo!».

Le persone stesse non permettono al fine di realizzarsi. Esprimendo un desiderio, la ragione elabora in anticipo un piano di sviluppo degli eventi. Così è fatto il pensiero dell’uomo. Quando gli avvenimenti non si inscrivono nello scenario previsto, si crea subito l’impressione che le cose non stiano an- dando per il verso giusto. E invece tutto sta andando alla perfezione! Ma siccome la ragione, abituata a pensare per stereotipi, non vuole inserire cambiamenti nel proprio scenario, l’uomo comincia ad agire in modo tale da rovinare tutto.

In questo sta tutto il paradosso della situazione. Nessuno può sapere con esattezza come si devono evolvere gli eventi affinché si realizzi l’ordine. Ma se l’uomo, tuttavia, insiste a ritenere di saperlo, alla fine non ottiene nulla. I sogni vi sembrano di difficile realizzazione perché vi trovate in balia degli stereotipi e semplicemente non la- sciate che i sogni si realizzino. Le vostre porte sono chiuse con le serrature degli stereotipi.

Formatevi, dunque, nei pensieri un’immagine desiderata, un fine, e poi avanzate semplicemente in direzione di esso. Qualsiasi cosa succeda, succede a favore dell’esecuzione del vostro ordine. Prendetevi l’intenzione dell’Arbitro: va tutto come deve andare, perché l’ho deciso io. Non sono più in balia delle circostanze e non cerco nemmeno di gestirle. Facendomi girare nella testa la diapositiva del fine, formo non le circostanze, ma il quadro finale del mondo in cui sono intenzionato a vivere. I tentativi di influire sugli eventi sono un lavoro dell’intenzione interna della ragione, che cerca di insistere a tutti i costi sul suo scenario. Ma la ragione non può sapere cosa l’attende nel cammino che porta verso il fine. Le circostanze sono formate dall’intenzione esterna e dalla corrente delle varianti. Compito mio è dare il vettore della corrente, mentre non è affar mio sapere per quale percorso essa si muoverà.

Provate a immaginare: un bel giorno vi svegliate nel vostro sogno speculare. Tutt’intorno sta succedendo qualcosa. Gli eventi e le decorazioni sono i soliti, ma voi li guardate con occhi diversi, come se, dopo esservi liberati dal flusso degli avvenimenti, vi foste ritrovati al centro di un enorme specchio sferico. Il caleidoscopio gigante ruota lentamente attorno a voi, rilucendo con le sue sfaccettature di realtà. 

Voi siete una parte di questa realtà, e al contempo esistete separatamente, indipendentemente da essa. Allo stesso modo vi rendete conto della vostra “separatezza” quando vi svegliate durante un sogno e capite che ora il sogno dipende da voi, non voi da esso. Nel sogno speculare a occhi aperti succede la stessa cosa, con l’unica differenza che la realtà reagisce non così velocemente. Ma non appena vi sarete abituati a questa lentezza, scoprirete qualcosa di stupefacente: la realtà cambia plasticamente, seguendo il corso dei vostri pensieri. Cosa significa tutto ciò? Dove siete finiti? Vi ritrovate al di fuori di questo mondo: siete usciti dallo specchio.


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lunedì 9 aprile 2018

Il sogno degli dei

Coinvolto nei giochi distruttivi dei pendoli, l’uomo si accontenta solo dell’effetto contrario dell’intenzione esterna, ottenendo la realizzazione dei rapporti negativi e delle peggiori aspettative. Per il resto gli tocca rag- giungere con gran fatica i suoi obiettivi e ciò solo nei limiti dell’intenzione interna.

Eppure, l’uomo che ha un livello sufficientemente alto di consapevolezza è in grado di uscire da questo cerchio e di trasformare la sua vita in un sogno lucido, in cui la realtà si assoggetta non solo alla pressione diretta, ma anche alla volontà. Se una particella di Dio è in ognuno di noi, significa che la nostra intenzione è l’intenzione di Dio. Plasmando la nostra realtà con la forza dell’intenzione, realizziamo la Volontà di Dio. Se dichiarate un’intenzione, fate conto che si tratti dell’intenzione di Dio. Come potete dubitare del fatto che non venga realizzata? E per fare questo basta solo prendersi questo diritto.

Non chiedere, non pretendere e non procurarsi, ma creare. Formare la propria realtà con l’aiuto di un’intenzione cosciente. Come potrebbe Dio chiedere a se stesso? Esiste forse qualcuno cui Dio può rivolgersi per richiedere qualcosa per sé? Egli si può prendere tutto quello che vuole. Quando pre- gate Dio, è come se Dio pregasse se stesso. Quando chiedete a Dio, è come se Dio chiedesse a se stesso. Ma si può intendere al contrario: voi pregate voi stessi e chiedete a voi stessi. Se la vostra intenzione è l’intenzione di Dio, allora le vostre paure, i vostri dubbi, di chi sono? Sono Suoi anch’essi. Egli vi ha dato libertà di scelta ed è nella vostra volontà scegliere tutto ciò che desiderate. Scegliendo un percorso difficile, raggiunge- rete il vostro fine con fatica, superando ogni sorta di ostacoli. E come potrebbe essere altrimenti? Se siete convinti che nulla si dà semplicemente, otterrete secondo la vostra fede.

Ma può essere Dio così impotente da essere costretto a procurarsi le cose? Egli non ha bisogno di consumare energia per com- battere contro una realtà inflessibile. Egli è in grado di formare una nuova realtà, così come Gli pare e piace. La stessa cosa può fare l’uomo, se si rende conto che ciò è possibile. E allora perché non vi svegliate nel vostro sogno e non approfittate del vostro privilegio originario? Se siete pronti, il resto è una questione di tecnica.
Vadim Zeland
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domenica 8 aprile 2018

LE REGOLE DELLO SPECCHIO

Il mondo materiale è la realizzazione dell’energia mentale emessa attraverso i nostri pensieri. Non c’è giusto, non c’è sbagliato, il mondo come uno specchio è sempre d’accordo con l’emissione dei nostri pensieri. Il mondo è sempre d’accordo con tutti e davanti a ognuno si presenta nella veste da lui ordinata.

Ecco quindi come l’uomo, con l’immagine dei suoi pensieri, forma lo strato del suo mondo. Vediamo quali sono i principi dello specchio.

1. Il mondo come uno specchio riflette il nostro modo di rapportarci nei suoi confronti. Il mondo accetta tutto quello che pensiamo di lui.

2. Il riflesso, la realizzazione materiale del mondo, si forma nell’unità tra anima e ragione. Se la ragione non entra in conflitto con gli imperativi del cuore e viceversa, compare una forza incredibile che è l’intenzione esterna che materializza il settore dello spazio delle varianti corrispondente all’immagine dei pensieri. Però nella vita succede quasi sempre che l’anima ambisce mentre la ragione dubita e così l’immagine rimane sfuocata.

3. Lo specchio duale reagisce con un certo ritardo. Per questo occorre far girare la diapositiva dei pensieri sistematicamente per un periodo più o meno lungo. Quindi ci vuole pazienza e tutto, dico tutto, è possibile realizzare.

E’ importante creare un buon rapporto con il mondo perché è il terreno su cui stiamo lavorando. Possiamo ripeterci: “il mio mondo si occupa di me”. Questa affermazione ripetiamola sempre, anche quando lo specchio riflette situazioni spiacevoli, in poche parole evitiamo di emettere pensieri contrari al nostro fine.

Fintanto che l’uomo pone la sua attenzione sul riflesso e non sull’origine, gli sembrerà che le cose accadono, anche quelle peggiori. Ma è solo un’illusione, bisogna solo lavorare sull’emissione dei pensieri originali. Evitiamo pertanto stati di irritazione, fastidio, rabbia, giudizio e lamentela verso il mondo perché cosi andiamo solo a rafforzare una realtà che non ci piace.

Bisogna smettere di inseguire il riflesso e fermarsi, in pratica distogliere lo sguardo dall’intenzione interna così da permettere al mondo di fermarsi e cominciare a girare a nostro favore (il mondo si cura di me). Per questo i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.

4. Per attivare l’intenzione esterna occorre trasferire l’attenzione dal riflesso esterno all’immagine originale, ovvero prendere il controllo dei pensieri, pensare non a quello che non si vuole evitare, ma a quello che si ambisce raggiungere.

Se io osservo che piove e dico “non voglio che piova” sto semplicemente ripetendo quel che vedo e così questa realtà si rafforza. Devo imparare a vedere prima dentro ciò che non si è ancora realizzato nello specchio.

I nostri pensieri devono essere sempre orientati in positivo verso quello che vogliamo vedere, soltanto così lo specchio renderà quanto pensato. Ci vuole pazienza e consapevolezza e far girare le immagini delle diapositive sistematicamente, senza farsi distrarre dai riflessi. Mai reagire al mondo, mai dare importanza a quello che si vede e rimanere sempre centrati, osservatori.

5) Bisogna prima creare un buon rapporto con noi stessi affinché lo specchio rifletta altrettanto. Concentriamo l’attenzione sui risultati che vogliamo raggiungere e osserviamo nello specchio tutto quello che ci piace e che si avvicina alla realizzazione del fine. Ripetiamo: “di giorno in giorno, va sempre meglio”. La realtà non si cambia in un click, ma a piccoli passi. Ripeto, ci vuole pazienza.

Tutto quello che serve è fare un ordine e permettere al mondo di soddisfarlo, ma noi non glie lo permettiamo perché pretendiamo, richiediamo, temiamo e dubitiamo. Anche il mondo in questo caso pretende, richiede, teme e dubita, cioè rispecchia perfettamente il nostro atteggiamento.

L’attenzione deve essere concentrata sul traguardo finale, sul fine ultimo, come se fosse già raggiunto. Il mondo si muove incontro a noi per tutto il tempo che siamo concentrati nell’immagine della diapositiva. Ma se ci distraiamo un attimo e vediamo il riflesso dello specchio (il mondo materiale), la nostra attenzione può essere catturata e finiamo col dare energia allo specchio, quindi la realtà che non ci piace.

In pratica mentre ci si guarda allo specchio (io nel mondo materiale), occorre muovere non il riflesso (il mondo materiale), ma l’immagine stessa, cioè il proprio rapporto con il mondo e l’orientamento dei pensieri. L’intenzione interna della mente cercherà di farci intervenire sul riflesso, con l’intenzione esterna lasciamo tranquillo lo specchio e focalizziamo l’attenzione sull’immagine dei nostri pensieri, ottenendo così tutte la forza che serve per cambiare il nostro mondo.

Qualunque sia la realtà che osserviamo, anche la più oscura, evitiamo di farci distrarre emettendo emozioni basse che rafforzano quella realtà stessa.

Il problema non è la realtà materiale ormai realizzata, ma come io mi relaziono ad essa. Il problema non è la rabbia, ma come io reagisco ad essa.
Ci vuole un grosso controllo dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, altrimenti non si va da nessuna parte!

6) Come abbiamo visto la corrente delle varianti, se non viene disturbata, dirige il corso degli eventi verso un percorso ottimale, quindi questo principio dice di mollare la presa sul mondo e permettergli di muoversi lungo la corrente delle varianti.

Si crea un paradosso, rinunciando al controllo, si finisce per ottenere un reale controllo della situazione. Dobbiamo guardare al mondo esterno da “osservatori”, partecipare alla recita e rimanere allo stesso tempo estranei e concentrati nel nostro mondo interno. Se qualcuno ci propone una cosa, non abbiamo fretta di rifiutare, se qualcuno ci propone un consiglio, aspettiamo a rifiutare, e così via.

7) Dobbiamo accettare ogni riflesso come positivo e permettere alla corrente delle varianti di muoversi liberamente, pensare che tutto sta andando per il verso giusto e che tutto si risolve con poco, che tutto gioca a nostro favore. Siamo tutti osservatori e la nostra volontà non risiede nel sottomettere, ma nel permettere.

Lo specchio duale concorda con tutto, controllando il corso dei propri pensieri, si arriva a gestire la propria realtà. Per dare maggiore forza alla manifestazione della nuova realtà bisogna imparare a sentirla dentro, a sentirsi tutt’uno con l’immagine della nuova realtà, a non sentirci separati da essa perché altrimenti lo resterà davvero.

Quindi, riassumendo, bisogna restare concentrati sul fine con una forte intenzione. Bisogna tenere sotto controllo i propri pensieri e dichiarare la propria intenzione continuamente, al presente, come se fosse già realizzata: “io sono pieno di prosperità, io sono sano, io sono do e ricevo amore, io sono pienamente soddisfatto della mia vita, nel mio mondo sono felice, ecc”.

Dobbiamo impedire ai pensieri cupi e negativi di girare nella nostra testa perché sono solo spazzatura che rallenta il nostro processo di realizzazione della realtà. Essere sempre positivi: “il mio mondo si occupa di me”.

Fontei Andrea Giavara www.iocreo.info 21 
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sabato 7 aprile 2018

CAMBIARE IN MEGLIO CON 6 DOMANDE

Non è tanto dicendo loro perché dovrebbero cambiare che si aiutano le persone, quanto chiedendo loro perché potrebbero desiderare un cambiamento. Ecco le sei tappe che vi permetteranno di ottenere Instant Influence:

Prima tappa: Perché potresti cambiare? (Oppure, per influenzare voi stessi: Perché potrei cambiare?)

Seconda tappa: In che misura sei disposto a cambiare, in una scala da 1 a 10 in cui 1 significa “non sono affatto disposto” e 10 significa “sono del tutto disposto”?

Terza tappa: Perché non hai scelto un numero più basso? (Oppure, se l’influenzato ha scelto 1, rifare di nuovo la seconda domanda, stavolta a proposito di un passo più piccolo verso il cambiamento, o chiedere: Cosa potrebbe fare in modo che quelli si trasformi in un 2?)

Quarta tappa: Immagina di essere cambiato. Quali sarebbero i risultati positivi?

Quinta tappa: Perché questi risultati sono importanti, per te?

Sesta tappa: Qual è il passo successivo, se ce ne uno?

Michael V. Pantalon


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venerdì 6 aprile 2018

IL PROIETTORE (ricevitori e trasmettitori)

Il sistema tecnogeno nel quale viviamo sta acquistando sempre più potere senza che ce ne rendiamo conto. La modalità adottata per accrescere la sua influenza nella nostra vita con il controllo delle nostri menti è quella della cattura dell’attenzione. Se siamo continuamente distratti dal mondo esterno, dallo specchio, chiaramente la nostra attenzione, i pensieri, le diapositive e l’energia finiscono per essere concentrati sul mondo esterno, sulle proiezioni degli altri, rafforzate sempre dall’idea “fai come me e sarai felice”. Ciò anche grazie al cibo sintetico che addormenta la nostra coscienza, privandoci totalmente della nostra libertà.

A livello metafisico la nostra mente è come un proiettore che funziona sia in uscita (trasmettitore dei nostri pensieri), sia in entrata (ricevitore dei pensieri altrui). Se ci abituiamo per pigrizia ad essere solo dei ricevitori, perdiamo totalmente la nostra libertà, diventiamo degli zombie e annulliamo il nostro potere divino di scegliere la variante che permette l’unità tra anima e ragione, quella che porta alla nostra felicità.

I pensieri non nascono nella nostra testa ma esistono già tutti nello spazio delle varianti. Quando visualizziamo qualcosa prendiamo da lì le immagini che facciamo girare nel proiettore della nostra testa come un film. Se lo facciamo per un tempo piuttosto lungo, il film diventerà realtà.

Nel Transurfing gli strumenti principali di raggiungimento del fine sono la visualizzazione del fine e la visualizzazione del processo. La prima può essere definita come “dichiarazione”, la seconda come “constatazione”.

La dichiarazione consiste nel posizionamento della nostra attenzione sul fine, quindi la proiezione delle forme-pensiero sotto forma di diapositiva del fine. La constatazione è la conferma continua del fatto che il processo sta andando avanti, le cose si muovono, le porte si aprono e che il metodo ci porta ad autoconvincerci che funziona davvero.

Il metodo della dichiarazione-constatazione permette di gestire la propria realtà operando da trasmettitori. Dobbiamo trasmettere continuamente i nostri pensieri, le nostre idee, le nostre aspirazioni, creare le diapositive del fine raggiunto e farle girare nel proiettore della nostra testa come un film. Non dobbiamo fare altro.

Invece la maggior parte della gente funziona solo da ricevitore, si fa catturare l’attenzione dalle cose del mondo esterno (telegiornali, internet, post e foto degli altri su facebook e twitter, la politica, le partite di calcio, la crisi, il terrorismo, le malattie, il clima, ecc.), immergendoci in un sogno subconscio collettivo che ci fa dimenticare di funzionare come trasmettitori. Con questo non si vuole dire che bisogna spegnere tutto e distaccarci dal sistema, ma che si deve stare nel sistema con consapevolezza e intelligenza, evitando che venga catturata la nostra attenzione attraverso le emozioni e mantenere sempre accesa la proiezione dei nostri fini.

Per accrescere la nostra capacità di visualizzare aiuta molto la lettura dei libri e l’ascolto, mentre vedere troppa TV o i film, inibisce questa capacità. Cerchiamo di usare la rete in modo intelligente, per i nostri fini e non essere solo utilizzati per i suoi fini.

Siamo bombardati da una quantità inaudita di informazioni, siamo informazioni- dipendenti e questo ci priva quasi totalmente della nostra capacità di trasmettere. Decidiamo di passare a un regime di trasmissione, non più consumatori ma creatori di informazioni, trasmettitori del nostro film e farlo girare in tutti i modi possibile, a voce, in rete, nelle foto, in tutto ciò che rappresenta il nostro mondo. Si otterrà sicuramente successo perché i trasmettitori sono pochi, mentre i ricevitori sono miliardi.

REALITY TRANSURFING Andrea Giavara 
www.iocreo.info 24
 

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IL DIARIO DEL TRANSURFING PER CONFIGURARE IL PROPRIO FILE

Questo esercizio è uno strumento molto potente perché ci aiuta ad educare la nostra mente ad essere concentrata il più possibile su quello che vogliamo.

Procuriamoci un block notes che ci aiuta a creare e gestire mattina e sera il file di configurazione del nostro fine.

Dividiamo il block notes in due parti: una sarà dedicata alla dichiarazione (scriveremo il fine, il risultato finale, ciò che vogliamo raggiungere espresso in termini positivi, affermativi come se la avessimo già ottenuto); l’altra sarà dedicata alla constatazione (scriveremo selettivamente i momenti che nel corso della giornata ci hanno avvicinati al nostro fine, è come un giornale di bordo dove si da risalto ai momenti positivi).

STRUTTURAZIONE DEL DIARIO

Parte 1: DICHIARAZIONE (scriverla ogni mattina) - Mette in moto l’intenzione esterna grazie all’unità di anima e ragione.

Parte 2: CONSTATAZIONE (scriverla ogni sera) - Mette in modo l’intenzione interna, con l’attenzione selettiva sul processo che porta alla realizzazione del fine.

Possiamo anche usare due block notes, uno per la dichiarazione, uno per la constatazione.

Con questo esercizio quotidiano andiamo a dare una configurazione al nostro mondo, quello che vogliamo realizzare a partire dalla nostra aspirazione interna, selezionando con attenzione solo ciò che ci deve essere. In pratica disegniamo non ciò che vediamo, ma proprio ciò che vogliamo vedere. Così trasmettiamo il nostro film.

Ripetendo ogni giorno la nostra dichiarazione e constatando la sua realizzazione riusciamo a intervenire nello spazio delle varianti che poco a poco ci porterà alla realizzazione materiale dello strato di mondo desiderato.

Questo esercizio, svolto pochi minuti la mattina e sera, aiuta a portare ordine ai nostri pensieri e concentrare l’attenzione sul nostro ordine che andrà a tradursi in realtà.


REALITY TRANSURFING Andrea Giavara


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L’ARTEFATTO DI INTENZIONE

Questo rituale serve per fissare la nostra attenzione sul fine.

Procuriamoci un oggetto che diventa il nostro amuleto magico (un pupazzo, una pietra, un oggetto qualsiasi). Teniamolo nelle mani e diciamogli: “buongiorno mio caro, ti voglio bene e ho cura di te. Così tu hai cura di me e dei miei desideri”.

In seguito pronunciamo la nostra dichiarazione di intenzione nella stessa modalità del diario del Transurfing. Sentiremo una sensazione positiva indice che la dichiarazione è quella giusta.

Ripetiamo questo rituale tutte le mattine e sera, o ogni volta che l’amuleto è tra le nostre mani.

RealityTransurfing
 

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giovedì 5 aprile 2018

LA REALIZZAZIONE DELLA REALTÀ

Esiste un mondo materiale (quello reale tangibile che vediamo fuori di noi) ed un mondo metafisico immateriale (quello formato dallo spazio delle varianti che esiste in una dimensione virtuale collegata Ai nostri pensieri). Quindi il mondo materiale è la realizzazione del mondo metafisico, è il suo specchio duale, ciò che ne permette la sua materializzazione siamo proprio noi, a partire dai nostri pensieri. Ognuno di noi ha il potere di scegliere una determinata realtà a partire dall’energia emessa dai propri pensieri ed emozioni. 

Se i nostri pensieri sono sempre sintonizzati alle frequenze della paura e della tristezza, non potremo che realizzare una realtà materiale con queste caratteristiche. Se ci concentriamo nella prosperità, nella salute, nell’amore, in tutto ciò che ci dà gioia, realizzeremo prima o poi una realtà materiale corrispondente, Succede però che l’attenzione della maggior parte della gente è completamente catturata dal mondo esterno (vedo sofferenza, vedo povertà, vedo indifferenza, vedo ingiustizia); così perdiamo completamente la capacità di gestire la realtà, rafforzando la sola realtà esterna che vediamo. 

Molti di noi non credono nell’esistenza del mondo interiore o metafisico perché è invisibile ai nostri occhi; altri ci credono ma lo percepiscono come un mondo comunque esterno e separato da noi stessi, finendo nella maggior parte dei casi nel credere ed invocare divinità esterne, oggetti di culto e cercare le risposte dagli altri. E’ fondamentale diventare consapevoli dei nostri pensieri, delle immagini che girano nella nostra testa, delle emozioni che sentiamo, delle azioni che compiamo e del perché le facciamo. Il Transurfing è un metodo basato sulla consapevolezza, se continuiamo a dormire, sarà il mondo esterno a scegliere per noi e a rimanere sempre lo stesso. Secondo Zeland nessun pensiero è propriamente nostro ma appartiene anche esso allo Spazio delle Varianti e alla Matrice originale che ha generato il tutto (chiamalo Dio, Universo, Coscienza Universale). 

Quindi i pensieri vanno scelti con attenzione perché sono direttamente collegati alle infinite possibilità e riportano nel mondo materiale il corrispettivo pensato con la giusta energia. Da quando siamo nati ogni nostro pensiero ha contribuito a creare il nostro strato di mondo; non ce ne accorgiamo perché vivendo nello spazio-tempo esiste come un ritardo tra il momento in cui l’ho pensato e quando l’ho materializzato. E’ questo ritardo che crea l’illusione che non siamo responsabili per quanto realizzato. Sveglia!


Il mondo materiale esterno è sempre lo specchio del nostro mondo metafisico interno, ogni pensiero emanato ritorna indietro con ritardo come un boomerang. Impariamo a diventare osservatori, senza giudizio, di quanto sta accadendo, ripetiamo a noi stessi: “bene, anche questo l’ho manifestato io, lo accetto, lo ringrazio e decido di cambiarlo scegliendo pensieri diversi”. Poi concentriamo la nostra attenzione sui nuovi pensieri corrispondenti alla nuova realtà che vogliamo realizzare. Riassumendo scegliere una nuova variante consiste nello scegliere nuovi pensieri e farli girare nella nostra testa.

Fonte
Reality-Transurfing-Andrea-Giavara
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